Se non sei qui

Di nuovo un foglio bianco da riempire con parole che non verranno lette.
Di nuovo il silenzio intorno e il cuore gonfio perché mi manchi.
Non voglio piangere, è stupido e non risolve nulla, non cambia la realtà delle cose, non costruisce, non porta a niente.
Sto tentando di non farlo, di trattenere queste lacrime inutili , ricacciarle indietro, fingere che non ci siano, ma è difficile.
Vorrei scappare via, fuggire in una qualche isola fuori dal mondo e dal tempo dove il dolore non possa raggiungermi, dove io possa scordare questo amore a senso unico che mi sta lacerando dentro, ma non esiste un posto così, né esisterà mai!
Mi manchi!
Mi manchi come la libertà al prigioniero!
Se almeno avessi anche solo un sorriso da ricordare da poter chiamare mio, se solo potessi dire di aver volato almeno una volta nel vento!
Mio Dio, che farò? Come potrò districarmi da questo amore senza domani?
Vorrei essere un elfo, almeno potrei lasciare al dolore ed alla malinconia il compito di togliermi a questo mondo.
Non sono un elfo e non posso rifugiarmi in Aman la beata.
In realtà non posso né voglio fare altro che restare qui, magari potrà sembrare assurdo, ma è così.
Le lacrime che premono per uscire sono solo un momento, un attimo di stupida malinconia, un sottile rimpianto per un sogno costretto a restare chiuso in fondo al cuore.
Passeranno le lacrime.

E comunque sono lacrime d’amore e l’amore è sempre un dono grande, da accogliere con gioia,
anche questo amore che vive solo nel mio cuore, questo impossibile amore che mai potrà fare altro che consumarsi in silenzio.
Ho scritto una cosa in questi giorni,una piccola cosa da nulla che ora mi torna in mente e che tra l’altro dice
“ voglio la sedia nell’angolo” e più avanti “e nella sedia è acciambellato il gatto”, strano io non ho gatti.
Pure non è sbagliato perché la sedia nell’angolo non potrà mai essere mia: ci sarà sempre un qualche gatto ad occuparla.
Che faccio qui?
Perché me ne sto a scrivere parole che nessuno leggerà?
Perché non do sfogo alle lacrime una volta per tutte, invece di riempire fogli su fogli con le mie assurdità?
Ma… gli elfi non piangono! Troppo hanno visto i loro occhi, troppi dolori hanno passato per avere ancora lacrime.
Gli elfi! Dove sono ora?
Da quanto tempo non li vedo più? Quando li ho persi esattamente?
Anche loro mi ha rubato questo amore, niente più elfi, né Elrond :
addio maestro, scusa, ma non puoi restare, l’uomo che amo potrebbe fraintendere.
Così addio mio signore, mai più potrò chiamarti a me per ascoltare i tuoi consigli;
torna nel libro e lascia che lo chiuda: il cuore ha scelto l’uomo, non te, ed io non posso che seguirlo.
Ecco, ora sono davvero sola! Ora tutto quello che ero è svanito, cancellato da un amore troppo bello e troppo assurdo!
Posso tornare indietro?
Vi prego, voi potenze del cielo, fatemi tornare indietro: che io possa modificare le cose prima di innamorarmi!
Ridatemi la quiete, per quanto statica ed inutile fosse!
Rivoglio le mie certezze, rivoglio il mio mondo, quello almeno sapevo che era fatto solo di fantasia, quello lo conoscevo, potevo percorrerlo in lungo e in largo e sapevo sempre dov’ero.
Quello in cui vivo ora è splendido, ma non lo conosco, non so come muovermi, non ne so le strade, vedo solo una luce lontana che non riesco a raggiungere.
E’ un mondo troppo bello per me, ho paura di commettere qualche errore che ne possa deturpare la bellezza.
Mio Dio quante parole inutili!
Quante sciocche frasi infilate una sull’altra per negare un amore che non può essere negato, perché farlo vorrebbe dire morire.
E quanto è assurdo scriverle ascoltando la tua voce di sogno che canta al mio orecchio ed al mio cuore!
Stupido e inutile : sono come uno che grida aiuto perché sta annegando, ma invece di nuotare o di aggrapparsi a qualcosa apre la bocca e beve volontariamente per annegare prima.
Ed ora non so più nemmeno scrivere, le parole mi sfuggono, quasi a negare la consolazione di uno sfogo.
Ho il cuore gonfio d’amore che non posso donare e l’animo troppo stanco per lottare ancora.
Lottare per cosa poi? Per un sogno che non potrà mai essere realizzato?
Lottare per un amore che non avrebbe dovuto nascere?
Non ho nemici da sconfiggere se non me stessa e non so se ho davvero voglia di vincere questa battaglia.
Stasera mi sento Cyrano che, all’ombra del balcone, guarda Rossana baciare il bel Cristiano.
Come Cyrano non ho speranze, ma al contrario di lui non ho un assedio di Arras in cui gettare me stessa ed il mio desiderio di sconfiggere il mondo per non pensare all’unico mio vero nemico : il mio cuore.
Oh datemi una spada ed un cappello dalla bianca piuma da sventolare al cielo!
Datemi la follia del sire di Bergerac in quell’ultimo assalto!
Qualcuno mi trovi un campo di battaglia che sia degno di me e della bianca piuma che Cyrano portava.
Voi potenze del cielo donatemi una schiera di nemici da abbattere e da cui essere abbattuta,
datemi per compagni gli eroi della mia gioventù:
mandatemi i guasconi con D’Artagnan in testa,
fate arrivare Davy Crocket con i suoi trappers,
chiamate Enea che venga con i Dardani a prestarmi soccorso,
offrite una bianca nave a sire Elrond che porti con se la sua elfica guardia,
svegliate Artù che raccolga i suoi cavalieri e giunga in mio aiuto.
Vengano a me i miei vecchi compagni ed amici,
mi prestino la loro forza ed il loro indomito coraggio sì ch’io possa sconfiggere la voce dell’amore che mi turba l’anima.
Mi insegnino gli eroi a costruirmi una corazza contro i sentimenti o, se non possono, mi portino con loro in quell’altrove ove il sogno è realtà.
Follia io chiamo a invadermi la mente, oblio la segua:
che demente e dimentica di me io possa, infine, scordare l’anima splendente che ha preso la mia portandola con se ove non posso giungere.
O se ciò vi è impossibile, indicatemi almeno la via dritta che separa i mondi,
mostratemi la strada per Avalon o per Valinor che io possa seguire il gabbiano fino al mare ed oltre,
fino alla bianca spiaggia dell’isola beata e li sbarcare e per sempre sparire al mondo.
Lasciate che io fugga lontano ove non giunga questa voce bruciante che incendia l’anima, né la limpida luce di questi occhi profondi.
Mandate a me la grigia barca che mi conduca al porto da cui non v’è ritorno,
alla terra del sogno e dell’oblio ove la pace regna.
Non v’è altra scelta per me ora, che non sia quella tra morire al Pelennor o fuggire con Artù all’isola di cristallo;
poiché il cuore è stanco oltre ogni misura, gonfio di lacrime e d’amore, lacerato dalla sua mancanza, e l’animo lotta con se stesso.
Mi ascoltino le potenze di Arda, mi ascolti anche la dea,
e mi aprano la via per fuggire da un mondo diventato grigio ove il domani è identico allo ieri ed i giorni si consumano nella impotente attesa di un sire che non verrà.
Così, ora, io chiamo Artù e Merlino: mi portino con loro,
mai più voglio avere Cyrano per compagno, ma solo e per sempre l’elfica guardia entro i cui ranghi vivere e morire in uno scoppio di fiamma.
E che niente resti a ricordare al mondo che, un giorno, su questa riva del mare visse qualcuno così folle da amare il vento e da volerlo per compagno.

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