Una Mostra a Madrid

Hasta luego.

Ed è andato via e l’ultima immagine che mi è rimasta negli occhi è quella delle sue spalle : il nero della T-shirt, il blu stinto dei jeans….come fosse ieri….ed è passato quasi un anno.
Lunghissimi mesi su strade diverse, al solito senza una parola, un rigo, un contatto qualsiasi.
La sua vita è così. Lui è così. Mille impegni diversi, un mare di idee e progetti, sempre nuovi mondi da scoprire, amici sparsi ovunque da ritrovare quando può….per il poco tempo che può.

Non è una persona facile da capire ed accettare, troppo complesso, troppo..…libero, ecco, si, libero è la parola giusta per lui.

Mi è mancato in questi mesi, mi è mancata la sua intelligenza acuta, la sua sensibilità profonda, la calma che ti lascia dentro quando ti è vicino. Persino i suoi silenzi mi sono mancati, persino le barriere che si è costruito intorno e che non permettono mai di raggiungerlo davvero; si, anche questo.
Oh, certo, so di lui, delle cose che ha fatto, dei posti dov’è stato, almeno in parte lo so certo : è troppo conosciuto per non fare notizia, non può più, come un tempo, passare sempre inosservato.
Certo so di lui, ma solo di riflesso, solo la superficie che tutti vedono…..ed è solo colpa mia in fondo.
Sicura? Proprio non vuoi il numero del cellulare o almeno l’indirizzo? – Più o meno è questo il senso delle sue parole prima di salutarmi.- Sai che possono passare mesi prima che trovi il tempo di chiamare o di scrivere.
Quel suo strano sorriso a illuminargli il viso, il capo appena reclinato di lato, la sacca da viaggio ai suoi piedi e lui davanti a me, le mani sulle mie spalle, a braccia tese, a guardarmi negli occhi per leggervi la verità
Sicurissima….Pedro – volutamente quel “Pedro”- così perso nel tempo del nostro primo incontro e lui ride ricordando.
Está bien, non capisco fino in fondo, ma se vuoi così.
Si voglio così. Non ho bisogno di chiamarti né di scriverti per sapere che siamo amici e tu hai troppe cose da fare e da vivere per rischiare di essere interrotto da me. Va bene così, davvero.
Ci vediamo allora.
Poi il tocco leggero di due rapidi baci e quel suo “Hasta luego” detto sulla porta prima di uscire dalla mia casa, ma non dalla mia vita.
Quasi un anno…chiunque altro sarebbe già lettera morta per me, non lui.
E tra poco lo rivedrò, tra poche ore sarò li, confusa tra la gente ad aspettare che la sua mostra apra i battenti, ad aspettare di vederlo mentre firma il nuovo libro a tutti quelli che vorranno.
Quanto l’ho aspettata questa mostra! E finalmente si è deciso : una mostra in Europa, un mese di esposizione delle sue foto, quasi tutte dal libro che ha appena pubblicato.
Naturalmente ho il libro con me, l’ho comprato è ovvio, ma non mi metterò in coda, non gli chiederò di firmarmelo, anzi farò di tutto per non farmi vedere; non sa che sono qui e non deve saperlo: se avesse voluto incontrarmi avrebbe chiamato e non l’ha fatto, la mostra però non intendo perdermela.
E intanto si è fatto tardi. Esco dall’hotel e mi dirigo in fretta alla metropolitana, ci sono un paio di amiche ad aspettarmi ed è tanto che non le vedo, berremo qualcosa e insieme andremo a vedere la mostra.
Al solito la metropolitana è affollata, ma il tragitto è breve e sono subito a destinazione.
Puerta del Sol…solito caos di voci e colori….profumo di Spagna; le mie amiche mi vengono incontro sorridenti, esuberanti come sempre.
Silvana, !qué gusto verte!
Un coro a due voci e subito “sparisco” tra le loro braccia.
¿Que tal todo?Y ¿el viaje?
Il coro continua e scoppio a ridere, mi sento bene, rilassata, felice di incontrarle, felice di essere nuovamente in questa città che amo.
Todo bien chicas, y ¿vosotras?
Chiacchierando facciamo il giro delle cervecerias per le strette strade dietro Puerta del Sol, parlando fitto, ridendo, raccontandoci le molte cose vissute dall’ultima volta che ci siamo viste.
Madrid ci avvolge come un manto leggero profumato di rose e di ricordi, ma il tempo non si ferma, meglio affrettarci o perderemo l’apertura.
¿Tienes la invitación?
No Carmen, ninguna invitación.
¿Qué?! ¿No te la ha enviada?
E’ stupita la mia piccola amica, non riesce a crederci.
No peró….mejor así, no te parece? Possiamo stare insieme noi tre. Oh, perdón, a veces me olvido qué no entendéis mi idioma.
Traduco rapidamente in spagnolo e cerco di far loro capire che non è importante, che in fondo è meglio così perché potremo stare insieme e goderci la mostra come vogliamo.
Non le convinco e mi guardano sorprese e scettiche; ormai però siamo arrivate,in ritardo ovviamente, e c’è una coda impossibile, ci toccherà aspettare….pazienza. Tanto l’importante è essere qui e poi così possiamo continuare a parlare e posso approfittarne per catturare qualche bella immagine.
Vale chicas, una sonrisa, qué vos sacos unas fotos.
Tu siempre sacando fotos – è sempre Carmen, la più esuberante delle due a parlare per prima – siempre con tu cámara.
E fa una buffa smorfia, poi sorride ed io inizio a scattare.
La passione per la fotografia è parte di me, mi ha insegnato a fare attenzione a ciò che ho intorno, così mi lascio assorbire totalmente. Pian piano scivolo nel mio mondo privato, nel mio personale “altrove” fatto di colori e “magia”.
Con in mano una macchina fotografica la realtà si trasforma ai miei occhi, diviene qualcosa con cui giocare, qualcosa da ritrarre a mio modo, così come io la vedo.
Non smetterei mai, ma d’improvviso la coda sbanda, si apre di colpo e
Estas aquí ¡qué bien! Perché non mi hai risposto? L’invito è arrivato tardi o cosa?
Una voce che amo, un sorriso che conosco fin troppo bene, una T-shirt che è un guazzabuglio di colori e per la sorpresa lascio quasi cadere la macchina fotografica.
Quale invito scusa?
No, non dirmelo, non ti è arrivato! Ecco perché non hai risposto, credevo che non volevi venire….sabes, ho pensato che non ti interessava…un amico, che si fa vivo solo di quando in quando…mesi senza chiamarti…mi sono detto che avevi altro da fare… que por cierto no te apetecería hacer un viaje tan largo solo por una exposición, que…
Ma…come ti viene in mente?– lo interrompo- Piuttosto se pure il tuo invito fosse arrivato come avrei potuto risponderti?
Assume un’aria buffa, da….bambino colto in fallo, mi guarda di sottecchi, impacciato e così capisco.
Non dirmelo. Ti prego dimmi che non è vero, non hai messo il tuo indirizzo…vero?
Scoppia in una risata contagiosa, mi prende sottobraccio e mi guida verso l’interno della sala dove espone.
O almeno ci prova, ma lo blocco quasi subito
Non sono da sola, ho due amiche con me e non posso né voglio lasciarle, non sarebbe carino.
Possono raggiungerti dentro.
No, assolutamente no. Scusami ma non posso farlo. Sono pronta a sconvolgere i miei piani in qualunque momento per te lo sai, ma non quando ci vanno di mezzo altri.
Y entonces ¿qué? Voglio parlarti, ho tanto da dirti.
Bene, anche io, ma non adesso.
E quando? Ceniamo insieme? O vai a cena con le tue amiche?
Vedo la delusione farsi strada nei suoi occhi, vorrei stringerlo forte, ma la gente intorno si accalca, se non entra in fretta….
No, va bene, ceniamo insieme. Chiamami quando hai finito qui.
Non puoi aspettarmi?
Come faccio a dirgli di no? Come posso, quando il solo vederlo è bastato a portarmi in un mare di felicità, no, impossibile, è tutta la mia vita e mi manca da troppo tempo. Così sorrido e dico che va bene.
A dopo allora, ora però entra.
E mi allontano alla ricerca delle mie amiche lasciandolo agli altri, a tutti quelli che di lui hanno solo libri ed immagini. E’ giusto così. Raggiungo le mie amiche e ci allontaniamo, torneremo quando saranno entrati tutti, così potremo goderci la mostra perché a quel punto li avrà tutti intorno…e non lo invidio. Ma è così che è costretto a vivere ormai. Mi auguro solo che nessuno di quelli che erano vicini conosca l’italiano o rischieremo di trovare fin troppa gente ad aspettarlo quando ce ne andremo.
Il tempo scorre via e finalmente torniamo verso la galleria, la ressa all’esterno è sparita e possiamo entrare tranquille.
Vado diretta verso le sue magnifiche fotografie, decisa a gustarmele ad una ad una con calma, evitando di prestare attenzione alla saletta alla mia sinistra straripante di gente….lui è li lo so, firmerà libri per ore fino a farsi venire i crampi alla mano, un sorriso per tutti, una parola per ognuno, uno sguardo, una battuta e foto, foto e poi ancora foto.
Come fa a reggere? Come fa, lui che ama così tanto l’anonimato e la quiete a restare tranquillo e sorridente sotto questi assalti.
Mentre guardo i suoi lavori però non posso fare a meno di chiedermi quanti tra coloro che in questo stesso momento lo circondano, ansiosi di una firma, di una foto, quanti lo vedono davvero?
Non posso evitarlo, non voglio emettere giudizi, ma mi è impossibile non chiedermi quanti vedono oltre la superficie del suo sorriso, del suo viso, dell’apparenza. E d’improvviso mi ritrovo a pregare in silenzio “fa che ci siano Signore e fa che siano molti”, e lo spero davvero…per lui, per ciò che è realmente: un uomo reale con pregi e difetti e non un’icona, non un’immagine buona per far sognare, non un eroe da romanzo.
Fuori si va facendo buio e le mie amiche devono andare, ci salutiamo qui, prometto di chiamarle domani in giornata e le guardo allontanarsi sottobraccio, uscendo si voltano un istante
Hasta mañana Silvana, adviértete, ¿vale?
E se ne vanno.
Lui sta ancora firmando, ma ormai sono rimasti in pochi, quasi tutti ora sono qui; guardano le foto, commentano, si scambiano impressioni su quanto bello sia stato incontrarlo: Qualcuno fa vedere sul display della sua digitale le foto che gli ha fatto, molti se ne vanno dopo appena un’occhiata alla mostra.
Lentamente mi avvio verso la piccola saletta dove adesso non ci sono che un paio di persone e lui, il mio amico più caro, la ragione stessa della mia vita…anche se questo non intendo dirglielo.
Spero finisca in fretta sono curiosa di sapere di cosa deve parlarmi. Lo osservo in silenzio : un’ultima firma, un ultimo sorriso, l’ennesimo “gracias”…l’ultima ragazza se ne va tenendosi stretto un libro diventato prezioso : c’è la “sua” dedica, c’è il “suo” nome….e restiamo noi due.
Qualcuno, non so chi né mi interessa saperlo, chiude la porta mentre lui si lascia andare contro la spalliera della poltroncina (per fortuna non gli hanno dato una sedia stavolta), è davvero sfinito.
Ma come ce la fai? Me lo spieghi?
Mi guarda, si stringe nelle spalle e tranquillo risponde
E’ la mia vita, ma a volte sono stanco, a volte….
E tace e lo vedo perdersi in lontani pensieri.
Sei sfinito e tra poco hai la vernice privata, forse è meglio se ci vediamo domani.
No, non provarci, voglio parlarti e se non lo faccio stasera chi sa quando potrò farlo.
Guarda che dipende solo da te, non sono io quella sempre piena di impegni. Io per fortuna il tempo per gli amici ce l’ho ogni volta che voglio.
Si, lo sé, tu tienes tu tempo, tu vida, tus amigos, peró…..non sono anche io un amico?
Che gli passa per la testa ora? Che razza di discorso sta facendo?
Ma certo che lo sei, il più caro di tutti, lo sai…o dovresti saperlo.
Allora perché non vuoi sapere dove chiamarmi, dove scrivermi? Perché se è come dici?
Ancora? Di nuovo questa storia? Lo sai bene il perché : non voglio in alcun modo portarti via del tempo, ne hai già poco tempo per te, figuriamoci se voglio fartene perdere con lettere o telefonate.
Balle! – e da quando sa pure le parolacce in italiano? – Il tempo usato per gli amici non è mai perso e lo sai anche tu. Voglio il vero perché. Ci ho pensato spesso in questi mesi, tú no sabes cuantas veces abría querido llamarte y preguntártelo.
Potevi farlo, oppure hai perso il mio numero di cellulare?
Tranquilla, lo tengo – si alza e gira intorno al tavolo fermandomisi di fronte. Ha uno sguardo freddo e deciso che non mi piace vedergli – lo tengo tu numero…ma non è una domanda che potevo farti per telefono, devo guardarti mentre rispondi, per questo ti ho mandato l’invito per oggi.
Invito che non è arrivato.
No fué por mi culpa….e non cambiare discorso. Aspetto una risposta.
– Così vuoi una risposta, anzi non una qualunque, vuoi il vero perché, quello che ti ho detto prima cosa credi che sia?
– Una mentira. Non so perché, ma so che è una bugia….no, scusa, so che non mi diresti una bugia, è una parte della verità…solo una parte. Voglio sapere il resto.
E mi guarda dritto e deciso
Ma che ti prende stasera? Si può sapere che ti ho fatto per essere trattata così? In fondo quello che non si è più fatto vedere né sentire sei tu.
Niente, è questo il punto. Mi hai offerto amicizia, mi hai aperto tu casa e poi….niente. Non vuoi chiamarmi, non vuoi scrivermi…sembra che non hai tempo da perdere con me. Che specie di amicizia è la tua?
Mi sento morire ascoltandolo, mi pare che ogni cosa si muti in deserto, la bocca si riempie di sabbia ed un abisso mi si spalanca dentro….un abisso di vuoto, di assenza.
E’ questo che pensi davvero? Ne sei convinto?
Dimmi tu cosa devo pensare.Ricordi quando ci siamo incontrati? Quella prima sera o meglio notte?
Accenno di si, incapace di parlare di articolare anche solo una sillaba tanto la voglia di piangere si è fatta forte: se dicessi anche un semplice si non riuscirei a trattenermi, ma non voglio che mi veda così…non voglio, ma deve smetterla o il pianto l’avrà vinta.
Continua a parlare e c’è una nota amara e dura nella sua voce.
Hai detto che non volevi buttare l’amicizia per…aspetta, com’era quella frase?…vediamo se ricordo bene “una manciata di ore che presto si scordano”, era così vero?
Si, era così ma…
No, ora mi ascolti, mi fai andare fino in fondo. Ti ho creduta, ti credo ancora, ma proprio per questo non capisco. Poi a casa tua….pensavo di aver capito chi sei, credevo che avessi imparato a conoscermi un poco. Le cose che hai detto, tus palabras, tu manera de ser…ero sicuro di aver trovato un’amica.
E l’hai trovata accidenti! Che devo fare perché tu lo capisca?
Rispondermi. Dirmi l’altra parte della verità, solo eso. Perché mi sono chiesto dove ho sbagliato con te. Perché non so che pensare.
E’ calmo ora, misurato, il gelo è sparito dai suoi occhi, mi guarda e aspetta. L’altra parte della verità….già. Ma come faccio a dirgliela senza perdere la cosa cui tengo di più al mondo, la sua amicizia? E se non lo faccio lo perderò, glielo leggo negli occhi così fermi e decisi ora.
Oh accidenti, mi vida, perché mi fai questo?
Mi vida? E’ questo che sono per te? Non un amico?
E perché diavolo sta sorridendo adesso?
Che ti aspetti che dica? Che sei tutta la mia vita? Ma questo te l’ho detto già quella prima sera, sia pure con altre parole, non dirmi che l’avevi scordato perché non ti crederei, hai una memoria eccezionale e quindi….
No te lo digo, no sería la verdad. Ricordo, ma mi ero convinto di aver capito male.
– Perché? Solo perché non ho voluto un indirizzo o un numero di telefono? Solo perché considero la tua amicizia più importante di quello che sento per te e non voglio gettarla via?
Ma non la butti via, ora che so che non avevo capito male non la butti via.
Un attimo, una frazione di secondo, neppure il tempo di accorgermene e mi ritrovo tra le sue braccia, protetta, al sicuro; poi mi allontana e mi regala il più tenero e dolce dei sorrisi.
Tranquilla, siamo sempre amici e lo saremo sempre y no te preocupes, non saremo altro. Va bene così?
Va bene si, va bene così.
Però ora devi promettere che ti segnerai indirizzo e numero di telefono e che li userai ogni tanto.
Solo se anche tu lo farai.
Está bien, è una promessa. Ora posso salutarti como se hace entre amigos?
E senza darmi il tempo di rispondere si china a baciarmi, un bacio lieve e tenero, oh quanto tenero!
Poi mi guarda divertito e
Tengo hambre – dice – vamos a cenar.
Ma….non aspetti gente per l’apertura privata?
Era ieri, non ti è proprio arrivato l’invito.
E mi hai lasciato credere che…
Si – mi interrompe-così pensavi di avere poco tempo e non potevi trovare scuse per rifiutar e di aspettarmi… e poi era divertente.
Non cambierai mai, vero?
Perché dovrei cambiare? E con te poi? Sei o no quella che ha detto che posso essere me stesso? Ricordo, sai?
E usciamo incontro alla notte che avanza parlando delle molte cose che ha fatto, di quelle che ha in mente di fare, dei giorni che ho vissuto, di come li ho vissuti.
Sarà una lunga notte lo so già, abbiamo da recuperare quasi un anno di silenzio.
Y ni te lo sueñes de irte a tu hotel esta noche o mañana, non pensarci proprio. Anzi, ci andrai ma per prendere la valigia. Ho qualche impegno ufficiale in diversi posti qui in Spagna, mi accompagni, vero?
Ne parliamo domani, con calma, ora ho troppa fame e poi….
Di colpo mi rendo conto che se accetto sarà solo per aspettarlo mentre di volta in volta tiene fede ai suoi impegni e non so, davvero non so se ne ho voglia. Così commetto l’errore di dirglielo. Si rabbuia di colpo
E’ questo che pensi? Che ti lascerò ad aspettarmi mentre sono impegnato? Così poco mi conosci!
La voce si è fatta ancora più bassa, venata di delusione, amara quasi; mi pugnala l’anima, la lacera riducendola in brandelli come un branco di cani affamati.
No, non lo penso, ma figurati! So che non mi faresti mai uno scherzo simili, né a me né a nessuno. No, tu non lo faresti…ma io si.
Perché?
Ma cos’è questa, la sera dei perché? – vorrei buttarla sul ridere, fare che sembri solo un gioco, un assurdo discorso tra amici, una cosa da nulla. Lui però non ci sta e avrei dovuto saperlo.
Non scherzare, non cercare di cambiare discorso, non riesco più a capirti…porqué dices lo qué dices? Qué pasa ahora?
Iniziavo a pensare che il suo italiano è davvero migliorato, ma è chiaro che non se ne fida troppo e così ripiomba nello spagnolo quando quello che dice è importante per lui, quando non vuole correre il rischio di essere frainteso. Una lunga pausa e sto già per rispondergli, ma riprende a parlare
¿Qué tengo que hacer contigo? En serio, che pensi di me? Chi sono ai tuoi occhi? Un amico? O solo uno che conosci? O che? Devo saperlo, non so più come comportarmi con te.
Così per una volta non sei tu quello imprevedibile…..come ci si sente a non capire l’altro che hai davanti, a non sapere cosa aspettarsi?
Tira un respiro profondo, esita, quasi a cercare le parole giuste (ma possibile che non si lasci mai andare davvero?), poi fa per rispondermi ma ora tocca a me parlare, tocca a me farmi capire una volta per tutte o provare a farlo.
Lascia perdere, non voglio che tu risponda, l’ho detto solo perché tu capissi come mi sento con te : piccola, sbalestrata, inadeguata e…inutile. Ora lo sai, ma non ho ancora finito quindi sta zitto e ascoltami fino in fondo perché non so se troverò mai più la forza di parlarti così.
Oddio che discorsi da fare per strada! Scuoto la testa a schiarirmi le idee, a raccogliere dall’aria le mille parole non dette, quelle parole che hanno costruito il muro che ci separa.
Se non vuoi parlare…
Ho detto che ora tocca a me e dicevo sul serio– non lo lascerò parlare, non gli permetterò di trascinarmi nuovamente nel suo mondo, non stavolta, no! – Chi sei per me? Ma che ti succede? Sei di colpo diventato sordo? O stupido? Non te l’ho detto a sufficienza? Che vuoi, che te lo metta in musica? Oppure hai avuto un periodo nero ed ora senti il bisogno di essere gratificato?
Questo lo ferisce, me ne accorgo subito e non se lo merita, ma se non ci metto una punta di cattiveria non riuscirò a mantenermi distaccata, non potrò essergli solo amica…gli voglio troppo bene.
No, scusami, quest’ultima cosa non dovevo dirla, non la penso davvero, credimi. Ma devo difendermi in qualche modo.
Difenderti? Da me?
Stupore,incredulità e cosa ancora? Cos’altro c’è nei suoi occhi? Meglio non chiederselo.
– Non da te, da me stessa, dal bene che ti voglio perché se gli do spazio non ragiono. Hai la capacità di farmi sentire come una sciocca ragazzina che vede il mondo in colori pastello….e non posso permettermelo.
E sentiamo, perché non puoi volermi bene? Que soy yo? Solo un modo per divertirti un poco?
Va al diavolo, OK? Va a quel paese accidenti!
Perché non vuole capire? Che razza di stupido gioco sta giocando? Non sa quanto fa male? Gli volto le spalle…per andarmene….per scappare dalle sue parole, dal dolore che lasciano dietro…ma la sua mano sulla spalla mi blocca…un attimo e ce l’ho di nuovo davanti mentre stupide lacrime scendono incontrollate…che figura – penso- ora si che sono sistemata!
¿Lagrimas? ¿Por mi? No mujer, por favor, no por mí.
Per te si certo, per chi se no? Sei tutta la mia vita e so da sempre che saremo solo amici. Oh, non mi lamento, la tua amicizia è un magnifico dono, sono fortunata ad averla, sono felice quando penso che mi consideri un’amica. Ma poi ti metti a fare certi discorsi, certe domande….come faccio a vedere solo l’amicizia se vuoi scavare più a fondo? Io ci tengo ad esserti amica, sei la persona più importante della mia vita, ma tutto inizia e finisce qui con te. Credi non sappia da sempre che più dell’amicizia non senti? Oh certo, magari in un momento in cui ti senti solo, un momento di malinconia in cui sentissi bisogno di affetto, magari in un momento così potrebbe esserci di più, potremmo pure finire a letto insieme, ma….dopo mi guarderesti come un’estranea, se accadesse spariresti per sempre e questo è un rischio che non voglio correre, sei troppo importante per me.
Sei sicura di questo, vero? Sicura che sparirei.
Ti prego, dai, sappiamo entrambi che sarebbe così
Forse, però…¿quién sabe lo que puede ser? ¿Tú conoces lo que va a pasar mañana?
Non so nemmeno quello che succederà tra un minuto, figuriamoci domani…o tra un anno. Ma sii serio, sai come lo so io che finirebbe come ho detto. E’ questo che vuoi? Perché se è così, per quanto sappia che senza te il mio mondo sarebbe solo un deserto grigio e muto, allora va bene.
Mi guarda come se mi fossi trasformata in un extraterreste.
Lo faresti?
E c’è un’intensa, incredula meraviglia nel suo tono.
Certo…se è quello che davvero vuoi. Non l’hai ancora capito? Possibile? Oppure preferisci non crederci?
A cosa? Dimmelo…se sono davvero così importante per te devi dirmelo.
Tu hai proprio deciso di farmi morire stasera….e va bene, sia. Si, lo farei perché l’unica cosa che non posso sopportare è sapere che avrei potuto darti anche un solo attimo di serenità e te l’ho negato. Lo farei perchè, e bada che è l’ultima volta che te lo dico, sei la mia vita. Contento adesso?
Di sapere che mi ami? Si. Ma fa un poco male. Perché è vero, perché hai ragione e se ora ti portassi a letto dopo sparirei.
Lo vedi? Dunque a che è servito parlarne? Cos’è, ci prendi gusto a tormentarmi?
No, per niente. Dovevo sapere….per capirti, per capire come agire con te, per mettere dei limiti. Sei una cara amica e non voglio farti soffrire.
E mi abbraccia dolcemente ed io sento di nuovo di essere a casa, vorrei non smettesse, vorrei che questo istante fosse per sempre, ma riprende a parlare
E per me allora che porti il claddach.
Ovvio no? Per chi altri, ma non credere di potermi ancora trattare come stasera sai? Ti amo si, ma non sono una cosa tua, se lo rifarai considera chiusa la nostra amicizia.
Tranquilla, non lo farò anche se– esita un istante poi continua- è divertente vederti arrabbiata.
Sei un mostro sai? Un essere impossibile.
Ma siamo amici e tu agli amici chiedi solo di essere se stessi….non è così che hai detto?
Un lampo divertito negli occhi, un’aria complice da monello, ecco è tornato “lui”.
Vedi di non approfittartene però, va bene?
Mmmm….no sé
Beh, vedi di saperlo
Vale, puedo intentarlo.
Riprendiamo a camminare in cerca di un ristorante.
Allora mi accompagni o no? Guarda che non ti lascerò ad aspettare, sarai con me.
Si, come no. Sai le chiacchiere poi?
Se vuoi arriviamo separati ogni volta….anche se non mi piace.
Possiamo deciderlo domani?
Entonces vienes!
Sorride come un bambino felice per un giocattolo nuovo.
Vengo, si. Lo sapevi benissimo che avrei detto di si, ma non sarò sempre con te. Non ho nessuna intenzione di sorbirmi tutta la serie dei tuoi “impegni ufficiali”, questo scordatelo. Deciderò di volta in volta.
L’importante è che mi accompagni, voglio vedere un volto amico, sapere che posso contare su di te.
Sempre, fino alla fine del tempo e oltre.
Esagerata – lo adoro quando ride, mette allegria, è contagioso, ti fa venire voglia di correre, di saltare, è…è stupendo ecco- ma chi sa? Todo puede ser en la vida.
Si, todo puede ser en la vita, nessuno conosce cosa l’acqua del domani ci porterà
Todo puede ser.
Per ora mi godo questa magnifica amicizia e la gioia di sapere che non rischio di perderla. Domani….domani deve ancora venire, che senso avrebbe pensarci adesso? Il momento che ho è questo ed ora lui è qui, sono vicina alla sola persona che conta, all’unico che amo, per cui darei ogni cosa. La ragione stessa della mia vita è seduta di fronte a me e sta ordinando la cena.
La realtà è questa, la sola realtà, l’unica che conti davvero ed il resto, tutto il resto non è che contorno, quadro d’insieme a far da sfondo a questo istante.
Lui è qui e l’amicizia è salda. Sea lo que sea ora sono felice.
Madrid…una mostra…la notte per compagna… la sua amicizia per regalo ed il resto è….solo silenzio.

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